Palazzo Reale di Napoli
print this pageIl Palazzo Reale di Napoli è una delle quattro residenze usate dalla casa reale dei Borbone di Napoli durante il Regno delle Due Sicilie. Di dimensioni notevoli, il palazzo si affaccia maestoso sull'area monumentale di piazza del Plebiscito e nel corso della sua storia, divenne la residenza dei viceré spagnoli, poi di quelli austriaci e, in seguito, dei re di casa Borbone. Dopo l'unità d'Italia fu nominata residenza napoletana dei sovrani di casa Savoia. Il palazzo venne commissionato nel 1600 dal viceré spagnolo Fernando Ruiz de Castro, conte di Lemos, allo scopo di ospitare il re Filippo III di Spagna, atteso a Napoli per una visita ufficiale, che peraltro non ebbe mai luogo. Il progetto venne affidato all'architetto Domenico Fontana, che però morì nel 1607 senza riuscire a vedere la sua opera del tutto compiuta, cosa che avvenne dopo il 1843 con Gaetano Genovese. Nel corso dei secoli lavorarono al progetto i più importanti architetti attivi nel Regno come Giulio Cesare Fontana, Domenico Antonio Vaccaro, Ferdinando Sanfelice, Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga e Antonio Niccolini. Nel 1734, quando il Regno di Napoli divenne autonomo, Palazzo Reale diventò finalmente la residenza del re. Carlo di Borbone, per meglio celebrare il suo matrimonio con Maria Amalia di Sassonia, nel 1738, commissionò a Francesco De Mura le decorazioni della sala Diplomatica, nella quale l'artista dipinse sul soffitto l'Allegoria della maestà del Re, mentre altri lavori vennero eseguiti da Francesco Solimena. I lavori proseguirono con il re Ferdinando che li affidò all'architetto Fuga, il quale, in occasione delle nozze tra il sovrano e Maria Carolina d'Austria nel 1768, trasformò la Gran Sala della Reggia spagnola in un teatro. Nell'Ottocento, dopo un incendio, Ferdinando II diede luogo a radicali lavori di sistemazione del Palazzo Reale: i restauri, condotti dall'architetto Genovese, ampliarono ed armonizzarono l'antico edificio, senza mutarne in modo sostanziale la struttura, ma conferendogli un'impronta architettonica unitaria e coerente. Nel 1919, Palazzo Reale diventa proprietà dello Stato che lo apre al pubblico e, tra il 1922 e il 1923, vi trasferisce la biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III al primo e al secondo piano dell'Ala delle Feste. Dal 1995 si presenta nella forma museografica di appartamento storico e di Biblioteca Nazionale.