Ambiente e Società di Napoli 1967-1969

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Lo spirito riformatore del centro-sinistra al governo si riverbera anche sull'amministrazione della città. Nel programma del comune: rilancio dell'edilizia popolare con la L.167, nuovo piano regolatore, risanamento delle periferie. Nonostante questi buoni propositi il degrado ambientale e sociale è evidente. Napoli risente fortemente della selvaggia trasformazione urbanistica subita nel decennio precedente. La città dimostra tutta la fragilità e l'approssimazione con la quale si è costruito, tra il '65 ed il '67 si registrano circa mille crolli. Aumenta così il numero dei senzatetto e la lotta per la casa si fa aspra, protestano insieme a loro i disoccupati, gli studenti, gli operai. L'Università parcellizzata e vetusta non risponde alle nuove esigenze di professori e studenti. Quando la protesta dilaga in seguito tentativo di riforma del ministro Gui in molte Università italiane anche l'ateneo napoletano scende in campo ma lo fa con modalità e tempi del tutto originali. Tra il 67 ed il 69 dunque la vita a Napoli si svolge tra precarietà e malessere ma anche con spinte forti verso la modernità.