Sottosopra. Il '68 degli studenti a Napoli
print this page“Il primo problema che si pone a chi voglia riprendere in esame “il 68” è appunto la difficoltà di fissare con precisione il suo oggetto: un evento storico, o una trama di eventi pressocchè simultanei, che appare difficile ripensare se non in modo parziale, indiretto, impressionistico.”
Così Peppino Ortoleva scriveva nel 1988 nell'introduzione al suo “Saggio sui movimenti del 1968 in Europa e in America”, e oggi a distanza di trent'anni non si può dire che questo problema storiografico sia stato risolto. A questo si aggiunga una certa tendenza ad inquadrare da un punto di vista marcatamente sociale l'esperienza collettiva che maturò in quegli anni. Ma i cinquant'anni ormai trascorsi da quei giorni così importanti per coloro che allora erano “giovani” e percepiti come “gloriosi” o “nefasti” a secondo dei punti di vista, permettono o almeno dovrebbero permettere una lettura più “storica” di quegli avvenimenti. Alcuni punti sui quali convergere per una riflessione oggettiva sembrano potersi fissare. Il '68 fu momento storico nel quale apparvero quelli che possiamo definire “movimenti”con radici e motivazioni diverse da paese a paese, che si propagarono come un'onda sussultoria in tutto il mondo, con essi si affacciarono nell'agone politico e sociale dei nuovi soggetti, soggetti che usando un'espressione di Cioran provarono l'irresistibile “tentazione di esistere”. Il '68 fu fenomeno planetario che si manifestò in tempi e durata diversi ma allo stesso tempo fenomeno locale per modalità e manifestazioni “originali”. Se negli Stati Uniti ove i movimenti apparirono precocemente, si pensi che il Manifesto di Port Huron è del 1962, e si alimentarono fortissimamente dall'opposizione alla guerra nel Vietnam e alla discriminazione razziale, in Europa fu sopratutto il ritardo culturale della proposta educativa e l'ingessamento sociale, che finita la spinta propulsiva del dopoguerra e della ricostruzione, appariva evidente, ad alimentare l'insorgere della protesta che in Italia ebbe come momento scatenante l'emanazione del D.L.2134 del 1967, piano Gui, sul riassetto delle Università. Manifestazioni e proteste, come quelle per la morte dello studente Paolo Rossi a Roma, si diffusero capillarmente, favorirono l'aggregazione in tutto il territorio nazionale assumendo localmente caratteri originali. In questo contesto e con queste premesse è possibile parlare di un '68 napoletano. La mostra fotografico-documentaria “Sottosopra. Il '68 degli studenti a Napoli” si propone, attraverso un percorso ragionato, di restituire un quadro significativo di quei giorni e di quelle vicende che usando una metaforica immagine spesso evocata da Gianfranco Borrelli possiamo definire come “l'Urto” che una generazione, assumendosene in prima persona la responsabilità, tento di dare, attraverso la protesta contro il sistema universitario, alla strutturazione sociale e al destino degli individui. Sembrò possibile allora immaginare un mondo diverso.