Francia. Proibito Proibire
print this pageIl est interdit d'interdire: Il Maggio Francese (marzo-giugno 1968)
Le agitazioni universitarie in Francia iniziano il 22 marzo con l’occupazione della facoltà di lettere di Nanterre, sobborgo di Parigi, da parte di 200 studenti del “Movimento 22 marzo” un gruppo anarchico guidato da Daniel Cohn-Bendit.
La miccia che innesca l'incendio è una riforma, proposta da Christian Fouchet (ministro dell'Educazione nel governo gollista di Georges Pompidou), che vuole creare un legame stretto fra università e mondo produttivo. All'inizio del 1968 il progetto, definito "tecnocratico” e “classista", crea malumore, soprattutto nelle facoltà umanistiche, che si sentono marginalizzate.
Dopo 40 giorni di occupazione, il 2 maggio 1968 le autorità accademiche decidono per la prova di forza e la polizia sgombera l'università di Nanterre, ma la mossa si rivela un boomerang: le assemblee di lotta si trasferiscono alla Sorbona e l'agitazione contagia la maggiore università parigina con slogan che fanno il giro del mondo: "L'immaginazione al potere", "Tutto e subito", "Vietato vietare". Nella protesta si riversano istanze di gruppuscoli rivoluzionari, trotzkisti, maoisti, anarchici, situazionisti. Quando anche la Sorbona viene evacuata, lo scontro si sposta nel Quartiere latino assumendo un carattere quasi insurrezionale, con cortei, barricate, scontri tra gli studenti e i reparti di polizia antisommossa, centinaia di arresti e ferimenti. Il giorno 13 la rivolta tocca l'apice: mentre un manipolo di studenti occupa la Sorbona, 800mila scioperanti bloccano Parigi.
L'aspetto eversivo del Maggio Francese non è dovuto solo alle dimensioni del movimento, al ricorso alla violenza o ai danni economici provocati: è nell'atteggiamento irridente con cui i ribelli della Sorbona trattano istituzioni e modelli di comportamento tradizionali. Nei cortei sfilano ragazze a seno nudo, con berretto frigio in testa e bandiera rossa in mano, caricature di Marianne, icona femminile della "Republique". E nel Quartiere Latino si cambiano i nomi delle strade: il Boulevard St-Michel divenne in quei giorni "rue du Vietnam héroique".
Il "maggio" non è solo una rivolta di studenti: i sindacati dei lavoratori cercano una saldatura con le lotte degli studenti proclamando una grande manifestazione contro la repressione, rivolta a contestare il decennale regime gollista, sostenuta da uno sciopero generale (21 maggio) che si estende alla provincia coinvolgendo 7 milioni di lavoratori e paralizzando l’intera Francia. Le rivendicazioni sindacali sono sostanzialmente di tipo tradizionale e il governo gollista di Pompidou riesce quindi a dividere il fronte della protesta, accogliendo le richieste sindacali (accordi di Grenelle 27 maggio). Ciò nondimeno le manifestazione di operai e studenti continuano: i manifestanti chiedono a gran voce le dimissioni di De Gaulle.
Ma il protrarsi della situazione di agitazione e le restrizioni conseguenti (il 26 maggio si parla di razionamento della benzina per le difficoltà di rifornimento dovute ai continui scioperi) cambia il clima politico e l'opinione pubblica in Francia a favore di un ritorno all'ordine.
De Gaulle fiuta l'aria favorevole, scioglie l'Assemblea nazionale e convoca nuove elezioni per fine giugno facendo un appello pubblico in TV direttamente alla nazione. Con la schiacciante vittoria alle elezioni del partito gollista, il “Padre della Patria” stravince: oltre alle barricate spazza via anche l'opposizione parlamentare.