USA. We Shall Overcame

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We Shall Overcome: la protesta giovanile negli USA

A metà degli anni '50 la vita del cittadino medio americano è agiata: buoni stipendi, case piene di elettrodomestici, un'auto per famiglia, un corollario di valori comuni basati sull'etica protestante che esalta la fede religiosa, il duro lavoro e il servizio al paese. Tanto ottimismo nasconde però paure profonde, la tensione continua della Guerra Fredda, il timore per l'espansione del comunismo, la possibilità di una guerra nucleare.
I giovani americani, i baby boomers nati nel Dopoguerra, non trovano nei valori tradizionali una risposta ai problemi irrisolti della società americana: le sperequazioni sociali, la condizione degli Afroamericani, la minaccia della Guerra Fredda e dell'escalation delle armi nucleari, la condizione della donna.
Dopo il violento shock dell'assassinio di John F. Kennedy (22 novembre 1963) il giovane presidente che aveva acceso le speranze per una Nuova Frontiera, il paese si risveglia in un clima di violenti conflitti sociali, in particolare per il mancato riconoscimento dei diritti civili della popolazione afroamericana. La violenza nei ghetti neri si manifesterà soprattutto all'indomani degli assassinii di Malcolm X (21 febbraio 1965), fondatore del movimento marxista e rivoluzionario delle Pantere Nere, e di Martin Luther King, (4 aprile 1968) leader della protesta non violenta per i diritti civili.
Nel giugno del '68 viene assassinato Robert Kennedy, fratello e consigliere politico di John, vincitore delle primarie democratiche per la presidenza degli Stati Uniti.
C'è dunque un clima di violenza e diffuso malessere insieme ad una voglia di cambiamento: ciò che dà inizio alla protesta giovanile è il movimento studentesco americano contro la guerra del Vietnam (1965-1973): Il movimento si prefigge la fine dell'intervento americano nel Vietnam nato dal tentativo di evitare l'espansione del comunismo in estremo Oriente.
Il movimento ha le sue radici nel Port Huron Statement redatto nel 1962 dal gruppo Students for a Democratic Society, un documento fortemente critico dello stile di vita americano in termini di razzismo, diseguaglianze politiche e sociali, sfruttamento e distruzione dell'ambiente.
Il movimento organizza sit-in, scioperi e proteste a partire dal 1965 soprattutto in alcune grandi università americane, in particolare Berkeley in California e Columbia nello stato di New York, infine nell'ottobre 1969 500.000 persone marciano su Washington contro l'intervento americano in Vietnam.
Oltre che nei movimenti di protesta e nelle lotte per i diritti civili di Afroamericani, donne e gay, Il rifiuto dei valori tradizionali da parte dei giovani americani si manifesta negli atteggiamenti esterni, capelli lunghi, abiti trasandati, uso di droghe, abbandono della scuola e della famiglia. Espressione tipica dei giovani è la musica rock nata negli Stati Uniti con Elvis Presley negli anni '50 ma resa celebre in tutto il mondo dal gruppo britannico dei Beatles le cui canzoni negli anni '60 diventarono sempre più impegnate contro la guerra ed a favore di uno stile di vita più libero, egalitario e fantasioso: Lucy in the Sky With Diamonds, ad esempio, è stata a lungo considerata una canzone-manifesto a favore l'uso di LSD.
Le ballate di Bob Dylan e di Joan Baez accompagnano la protesta studentesca negli USA ed i tutto il mondo: We Shall Overcome, Blowing in the Wind: sembra davvero che la risposta alle tante domande dei ragazzi si propaghi “nel vento”. Nasce la Controcultura che cerca nuovi modelli di rapporti interpersonali, dal sesso alla famiglia, nuovi modi comunitari di vita, ma anche un nuove forme di arte, letteratura e musica: il festival musicale di Woodstock (1969) raduna una folla oceanica di ragazzi provenienti da tutti gli USA e dall'estero per ascoltare musicisti del calibro di Jimi Hendrix e Joe Cocker e gruppi quali The Who e i Jefferson Airplane. e per vivere un'esperienza di libertà, d'amore, di comunità come mai prima di allora. I ragazzi del movimento vennero allora chiamati Hippies e figli dei fiori.