L'edificio
print this pageLa Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" è collocata all'interno delle stanze di Palazzo Reale di Napoli, il quale fu costruito per il re di Spagna Filippo III d'Asburgo su commissione del viceré Fernando Ruiz de Castro nel 1600. Nel corso della storia la struttura, divenuta il cuore del potere monarchico di Napoli, ha ospitato i re Austriaci, i Borbone, la dinastia dei Savoia dopo l'Unità d'Italia per poi essere ceduta, nel 1919, al Demanio dello Stato da Vittorio Emanuele III di Savoia.
L'edificio fu progettato dall'architetto Domenico Fontana e sorge nella parte meridionale della città antica. Di gusto tardo rinascimentale, presenta una facciata arricchita con colonne e decorazioni classiche che si apre verso la città, sull'ex Largo di Palazzo, oggi noto come Piazza Plebiscito.
Fontana progettò un edificio con un cortile quadrato centrale e con un loggiato interno che correva lungo tutto il secondo piano. Nel 1734 Napoli divenne capitale del regno di Carlo III di Borbone e il palazzo fu ampliato con l'Appartamento del Maggiordomo Maggiore e quello dei Reali Principi, andando così a formare altri due cortili, oltre quello signorile. Altri interventi strutturali furono poi realizzati all'epoca di Ferdinando II di Borbone tra il 1838 e il 1858, successivamente ad un incendio che devastò la parte del braccio settecentesco. L'architetto Gaetano Genovese progettò un intervento notevole nell'appartamento da festa, e quello che era il piano nobile divenne appartamento di etichetta mentre la residenza reale fu trasferita al piano superiore.
All'interno di Palazzo Reale si possono ammirare marmi preziosi, decorazioni barocche e affreschi celebrativi realizzati da vari artisti, tra i quali vanno citati Francesco De Mura e Domenico Antonio Vaccaro.
L'accesso alla Biblioteca Nazionale è ubicato nel giardino ottocentesco, realizzato dal botanico Denhardt, sul viale alberato di Palazzo Reale. Quest'ultimo, risalente al XVII secolo, realizzato nel corso degli anni su progetto di Domenico Fontana e con interventi successivi del Vanvitelli, nel 1758 circa, fu ampliato della sua area orientale dall'architetto Ferdinando Fuga. Nel 1837 un incendio fece sì che Ferdinando II di Borbone decise di ristrutturare l'edificio e adibire gli Appartramenti reali del "braccio nuovo" in Appartamneto delle Feste. La ristrutturazione dell'edificio fu affidata all'architetto Gaetano Genovese.
Numerosi sono gli artisti che hanno contribuito con la loro arte a decorare gli ambienti interni dell'edificio: Camillo Guerra, Giuseppe Cammarano, Gennaro Maldarelli, solo per citarne alcuni. Sale suntuose, adorne di stucchi e di affreschi custodiscono le collezioni e i fondi storici che hanno reso la Biblioteca Nazionale di Napoli tra le più importanti d'Italia.