Ferdinando Fuga

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Ferdinando Fuga nacque a Firenze l'11 novembre del 1699. Si formò nella bottega di uno dei più importanti artisti del barocco fiorentino, Gian Battista Foggini, per poi trasferirsi, nel 1718, a Roma, dove lavorò a maestose opere architettoniche tra cui le facciate di Santa Maria sopra Mivera e di San Giovanni in Laterano, la Fontana di Trevi e la "manica lunga" del Quirinale. A consacrare il successo professionale del Fuga fu la salita al soglio pontificio di Innocenzo XIII.
Si trasferì a Napoli nel 1726 e già nel 1729 divenne ingegnere della Deputazione del Regno di Sicilia. I contatti con Roma, però, non cessarono: nel 1732 diventò Cavaliere dell'Ordine di Cristo; nel 1736 diventò membro onorario dell'Accademia di San Luca, responsabile dei Reali Effetti farnesiani nonché regio architetto di Roma (con nomina di Carlo di Borbone) e architetto del capitolo di Santa Maria Maggiore; nel 1737 divenne architetto della Congregazione di San Giacomo degli Spagnoli; nel 1740 assunse il ruolo di architetto del tribunale delle Strade; nel 1747 fu scelto come architetto del Popolo romano. Tutti questi ruoli gli impedirono il trasferimento alla corte di Filippo V di Spagna, propiziato dal cardinale Troiano Acquaviva.
Nel 1748 fu richiamato a Napoli da Carlo di Borbone per realizzare l'Albergo dei Poveri, ma fu attivo anche nella costruzione del sito reale di Portici e nella continuazione dei lavori iniziati dal Vanvitelli relativi alla parte verso il mare del Palazzo Reale, dove tra l'altro trasformò la gran sala del periodo vicereale in teatrino di corte. Ferdinando IV di Borbone nel 1762 gli commissionò la costruzione del cimitero delle 366 fosse, il primo cimitero per poveri d'Europa, mentre nel 1780 lavorò alla facciata della chiesa dei Girolamini, entrambi siti in Napoli.
Fuga, che legò il suo nome a importanti opere architettoniche romane, napoletane e palermitane, morì a Napoli il 7 febbraio 1782.